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"Nacqui a Napoli, il 26 marzo 1842. I miei genitori furono Francesco Torelli e Giuseppina Viollier, della quale aggiunsi il cognome al cognome paterno": così Eugenio Torelli Viollier iniziava la sua autobiografia, riducendo a cronaca asciutta una parabola straordinaria. Schivo e riservato ma dotato di un'energia inesauribile, visse da protagonista una stagione di fermento civile e culturale in cui si compì l'Unità nazionale. Ancora ragazzo fu a fianco di Garibaldi sui monti dell'Irpinia, apprese i rudimenti del giornalismo sotto l'ala di Alexandre Dumas, respirò il progresso nella Francia di Napoleone III e scelse la Milano della Scapigliatura per creare quello che sarebbe diventato il più importante quotidiano d'Italia. Domenica 5 marzo 1876 uscì la prima edizione del "Corriere della Sera", che sull'esempio di Parigi e Londra si proponeva di coniugare notizie minute e aggiornamenti politici dalla capitale, eleganza di stile e sobrietà di contenuti, interessi del pubblico e imparzialità delle voci. Intrecciando biografia privata, affresco sociale, storia del costume, aneddoti e citazioni, Massimo Nava racconta la vicenda malinconica ed esaltante di un misconosciuto "padre della patria" che agli albori del giornalismo moderno ha incarnato lo spirito di un'Italia giovane e rissosa, ambiziosa e imperfetta, spesso divisa e talvolta meschina, ma ancora animata da ideali assoluti.